Maschere e volti

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Tante maschere
e così pochi volti,
fatico a riconoscere le persone
anche quelle più vicine a me.
Gente con cui ho diviso il biglietto
per accedere al tornello della metro B,
una scomoda panchina fuori da San Calisto
e più di qualche birra.
È così difficile confondere realtà ed illusione,
maschere e volti,
il tempo insegna questo:
ad essere diffidente dalle stesse persone che hanno mangiato attorno alla tua tavola, le menzogne sono i più affilati coltelli;
a guardarti le spalle da chi credevi lo stesse facendo per te.

È così difficile da accettare,
vorrei non sentirmi così
come se tutto ciò che ho costruito potesse dissolversi da un momento all’altro.
Il vuoto che hai lasciato
straborda di delusione e rancore,
non voglio chiudere al mondo
il mio cuore
anche se ferito.
Da qualche parte,
qualcuno che ha bisogno di tutto l’amore
che può dare.
Ed io ho ancora bisogno di amare,
mi sono sempre chiesta dove queste acque mi avrebbero portato.
Amare è la salvezza o la rovina delle persone?
Ora che la maschera è caduta
non riconosco i lineamenti del tuo viso,
scrivo una poesia
per lasciarti scivolare via.

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